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Il termine ortodonzia etimologicamente deriva dal greco (orthòs=dritto, odoùs odòntos=dente) e significa letteralmente dentatura dritta. La denominazione più estesa, ortognatodonzia (orthòs=dritto, gnatos=mascella, odoùs odòntos=dente), indica i corretti rapporti sia dentali che delle basi ossee (i mascellari).
L’ortodonzia e’ una branca dell’odontoiatria specializzata nella diagnosi, prevenzione e terapia dei disallineamenti dentali, dei disturbi di crescita dei mascellari e dei difetti di sviluppo della dentizione. Gli obiettivi della terapia non si limitano solo al corretto allineamento dei denti, ma mirano anche al raggiungimento di un’armoniosa estetica del viso e del sorriso, di una funzione masticatoria efficiente e di un migliore stato di salute dei denti e dei loro tessuti di sostegno.
Già tra i 3 ed i 6 anni, in dentizione decidua, è importante che il piccolo paziente, anche se non necessita di terapia, conosca il suo dentista e lo studio che lo accoglie con la massima tranquillità e senza paura.
Il bambino in crescita viene sottoposto ad una accurata visita per potere diagnosticare precocemente eventuali alterazioni funzionali determinanti lo sviluppo di di malocclusioni dento-scheletriche.
I fattori che causano le malocclusioni possono essere ereditari e ambientali. Tra i fattori ambientali possiamo annoverare i vizi orali, quali il tenere il dito in bocca, avere difficoltà a ingerire cibi di una particolare consistenza, serrare i denti (bruxismo), mangiarsi le unghie (onicofagia), mangiucchiare il tappo della penna, la postura linguale anomala, la respirazione orale, i traumi ai denti, al viso, la perdita prematura dei denti decidui o permanenti, l’avere difficoltà nell’articolare correttamente i fonemi. Non sono soltanto comportamenti emotivi che possono segnalare una fatica o una difficoltà di crescita del bambino, ma anche e soprattutto delle “abitudini viziate” che devono essere attenzionate sia dai genitori che dal dentista.
Come affermato dalle “Raccomandazioni cliniche in odontostomatologia“ del ministero della Salute, pubblicate nel marzo 2014, i fattori ambientali, rispetto a quelli genetici, maggiormente implicati nel determinismo delle malocclusioni, in quanto sono in grado di sostenere alterazioni tra muscolatura intraorale ed extraorale con conseguenti cambiamenti morfo-funzionali a livello dento–alveolare e/o scheletrico. È fondamentale, per un sano sviluppo generale psicofisico del bambino e, in particolare, del suo apparato stomatognatico, inquadrare e risolvere precocemente le alterazioni funzionali.
E’ una terapia che integra contemporaneamente la terapia ortognatodontica e la terapia miofunzionale, mira a correggere le alterazioni funzionali nel bambino e nell’adolescente trattando nel contempo la malocclusione tramite l’utilizzo di apparecchiature ortognatodontiche funzionali quali la PFGB (Placca Funzionale Giuliani Burruano) e la contemporanea messa in atto di esercizi di terapia miofunzionali.
La combinazione della PFGB e degli esercizi di terapia miofunzionale ristabilisce l’equilibrio tra la muscolatura intra ed extra-orale, la corretta deglutizione linguale (con riposizionamento della lingua allo spot palatino), la respirazione nasale, l’abbandono progressivo delle parafunzioni e la correzione della malocclusione dento-scheletrica. favorendo una crescita armonica e ben strutturata di tutto l’apparato stomatognatico.
In dentatura permanente ed a crescita avvenuta, non potendo più intervenire sulla correzione delle basi scheletriche se non chirurgicamente, la terapia ortodontica mira a riallineare i denti.
A tal fine vengono utilizzati attacchi (brackets) tradizionali in metallo o estetici, in ceramica, a seconda delle necessità estetiche del paziente. Vengono utilizzate forze biomeccaniche (fili ortodontici, molle ed elastici) che consentono il riposizionamento dei denti. In alcuni casi possono essere necessarie le estrazioni di alcuni elementi dentali in modo da creare lo spazio necessario per permettere il riposizionamento dei denti nella loro posizione ideale.
Esistono, in taluni pazienti, situazioni particolari dovute alla mancanza di uno o piu’ denti, o per loro assenza congenita (agenesia) o per loro pregressa estrazione ed in tal caso le scelte terapeutiche saranno piu’ complesse, ma sempre spinte alla ricerca del miglior compromesso possibile.
Analogamente si possono avere denti sotto la mucosa o ritenuti nell’osso alveolare, come per esempio i canini inclusi.
Se non anchilosati (incollati all’osso e quindi non spostabili) verranno riposizionati in arcata, tramite un intervento di piccola chirurga orale per l’esposizione del dente che potra’ cosi essere agganciato con mezzi ortodontici e riportato in arcata.
La durata del trattamento dipende dalla gravità del problema, dall’età del richiedente, dalla collaborazione del paziente e dalla risposta della propria dentatura alla terapia.
A terapia ultimata verrà consegnata al paziente un’apparecchiatura di contenzione da portare ogni notte per un lungo periodo al fine di mantenere i risultati raggiunti ed evitare possibili recidive.
Nel tempo si è migliorata l’estetica degli apparecchi, riducendone le dimensioni, utilizzando materiali meno evidenti, come la ceramica.
Una possibile soluzione estetica è l’applicazione degli apparecchi sul lato interno dei denti, si parla, in questo caso di apparecchiature linguali:
-Un’altra soluzione estetica è l’uso di allineatori trasparenti, noti col nome di Invisalign.
Si tratta di un apparecchio mobile, in realtà, ma deve essere portato sempre e grazie alla sua particolare costruzione consente, in casi ben selezionati, il raggiungimento di buoni risultati. E’ indicato per pazienti adulti e deve essere gestito da uno specialista.
La diagnosi ortodontica richiede generalmente i seguenti esami:
– radiografia panoramica
– teleradiografie latero-laterale e postero-anteriore del cranio con relative analisi cefalometrica e previsione di crescita
– fotografie del viso e delle arcate dentarie
– modelli delle arcate dentarie.
In base alla situazione clinica, potranno essere necessari ulteriori esami come radiografie endorali, TAC, esami posturali, ecc.
Soltanto dopo lo studio degli esami sopra descritti è possibile formulare il piano di trattamento individuale, decidendo il tipo di apparecchio ortodontico da utilizzare e la durata della terapia.
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