I danni autoinflitti, in maniera più o meno volontaria, sono una condizione patologica inusuale ma non per questo non degna di nota. Nel paziente pediatrico ma anche adulto, oltre a quei casi correlabili a condizioni particolari, lesioni dentali di questo tipo sono riscontrabili a causa di abitudini viziate particolarmente accentuate, quali l’onicofagia o l’introduzione di veri e propri corpi estranei. Da una parte, queste azioni possono costituire una risposta a una situazione stressogena – magari proprio la paura del dentista; sono contemplate strategie di coping – dall’altra possono invece rappresentare condizioni più particolari: da tentativi di automedicazione in risposta a stimoli odontogeni fino ad atti di automutilazione in piena regola.
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